Antonio Gasbarrone
Giacomo Antonelli
Pomponio De Magistris
Sandro Altobelli
Elena Bono
Riccardo De Angelis
Velasio De Paolis
Antonio Maria Musilli
Angelo Petricca
Lelio Pellegrini
P.Francesco Manicone
Fra Giacomo De Rossi
Padre Maestro Sebastiano
Francesco De Carolis
Nicolò e Pomponio Pellegrini
Gaetano de Ovij
Francesco Sabellico
Francesco Mancini
Giuseppe Sabellico
Sebastiano Monti


ANTONIO MARIA MUSILLI
Compositore e Maestro di Cappella
in Assisi


Nel libro "Sonnino a Primavera" del compianto maestro Innocenzo Pennacchia, tra i personaggi che hanno dato lustro a Sonnino è citato Padre Antonio Musilli, Compositore e Maestro di Cappella in Assisi.
Non avendo altre notizie, abbiamo effettuato delle ricerche su internet, ecco i risultati:
Padre Antonio Maria Musilli (1792 – 1880) è stato una figura importante per la storia della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi; maestro di Cappella dal 1842 al 1858, ha contribuito con la sua arte, a far crescere la realtà musicale della Basilica.
Domenica 27 gennaio 2013, alle ore 15.45, nella Basilica Inferiore di San Francesco d’Assisi, è stato presentato il cd “Musiche per Organo” edito da Tactus di padre Antonio Maria Musilli:


Ascolta una piccola parte del brano "Elevazione"

Il Cd Musicale, opere per organo del compositore Antonio Maria Musilli, eseguite da Alessandro Bianconi nella Chiesa di San Francesco di Città di Castello e nella Chiesa Parrocchiale di San Nicolò di Celle.
Lo abbiamo ordinato e nel giro di due giorni abbiamo potuto ascoltare alcune opere del nostro concittadino...

Padre Antonio Maria Musilli, al secolo Andrea Francesco, è stato registrato agli atti parrocchiali il 29 novembre 1792 - nato da Luigi Musilli di Crescenzo e da Loreta Delli Giudici di Giovanni. (registrazione effettuata dall'Abate Antonio Toti)

Padre Antonio Maria Musilli (1792-1880), fu teorico e compositore appartenente al convento di Velletri della provincia religiosa romana dei Frati Minori Conventuali; appassionato, come era, della musica fu inviato dal Padre Generale Luigi Battistini dci Frati Minori Conventuali ad Assisi per studiare con Padre Antonio Maria Amone (1768-1848), dello stesso ordine francescano, il 20 novembre 1825. Morto padre Amone, fu mandato dal nuovo Padre Generale Antonio Barbetti a Napoli a studiare con l'allora celebre maestro Nicola Zingarelli.
Il 5 ottobre 1848 il Papa “vivae vocis oraculo” gli conferisce la laurea in musica e nello stesso anno gli venne conferito dal padre Generale dell'Ordine Francescano conventuale il titolo ufficiale di Maestro di Cappella nella Basilica di S. Francesco in Assisi.
Padre Musilli fu compositore fecondo, i suoi manoscritti, quasi tutti autografi, testimoniano una costante attività, maturata attraverso lo studio delle composizioni dei suoi maestri e dei suoi contemporanei; pazientemente ricopiate e, a volte, rielaborate seppe trarre da esse la sua singolare maestria.
Egli compose oltre 172 opere tra teoriche (Metodo di armonia e di Solfeggio), e pratiche: Metodo di scale e salti, Canoni, Contrappunti, e anche moltissima musica strumentale per organo o cembalo e per gruppi strumentali diversi: capricci per 2 corni, sonate per due flauti e basso continuo, fughe a 4 parti per archi, sonate per organo o cembalo, temi e variazioni per cembalo.
Padre Musilli compose moltissima musica corale, con accompagnamento e senza, per gli usi della basilica tra le quali spiccano i responsori e cinque Passio per la settimana santa; non manca certo un considerevole gruppo di opere dedicate alla Beata Vergine Maria ed in particolare l'antifona Tota pulchra che musicò per organico maschile, retaggio questo dell'epoca e che oggi costituisce un motivo per cui la sua musica non viene eseguita spesso.
Già al suo tempo però fu particolarmente ammirata la musica di un suo Tota pulchra a due tenori e basso, composta in Assisi nel 1862. L'inizio di esso e molto gioioso, piccoli intrecci ed imitazioni caratterizzano lo sviluppo di questa composizione; tutto il coro si unisce supplicando mestamente all'invocazione “O Maria”, mentre un crescendo vigoroso ci porta sino alla chiusa, che pianissimo conclude, come in un'eco alle parole "Jesum Christum”. Questo è il più bello dei cinque Tota pulchra lasciati dal Padre Musilli che ancora oggi viene eseguito nella Basilica di S. Francesco in Assisi, durante la Novena dell'Immacolata.

PADRE GIUSEPPE MACRINO

Riscoprire e riproporre all'attenzione pubblica la pregevole opera organistica di Antonio Maria Musilli, è stata un'operazione culturalmente assai significativa, in quanto arricchisce indubbiamente il panorama musicale umbro risorgimentale.
Dal corpus delle composizioni organistiche dcl Musilli, si evince un'estrema versatilità stilistica, che, inserendosi in un tradizione ben consolidata, viene rivissuta e fatta propria in modo originale dal musicista, che rifuggendo da qualsiasi stereotipia, si impone per la sua verve, per la sua vena melodica fluente, briosa, per la varietà ritmica, nonché per la maestria nella diminuzione ornamentale e nella varietà delle soluzioni armoniche adottate; nondimeno è evidente un tipo di scrittura sempre alla ricerca di figurazioni estremamente variegate.
Il volume dei 100 esercizi per organo analogicamente disposti datati 1861, manifesta quello stile tipicamente "classico", caratterizzante buona parte della produzione organistica italiana del periodo e assolutamente atipico in relazione a coeve esperienze musicali. Potremmo supporre che lo stesso sia stato dettato da precise esigenze di ordine didattico, sia attinenti all'aspetto compositivo che esecutivo, in relazione all'attività educativa musicale rivolta ai novizi del Sacro Convento.
Si sono scelti cosi i brani ritenuti più significativi in relazione alle diverse tipologie formali rappresentate nell'opera, ovvero: preludi, rondò, andanti, pastorali, temi con variazioni, eseguendoli su un organo settecentesco, atto ad esaltarne la specificità.
E’ d'obbligo rimarcare che la funzionalità didattica è talora espressa esplicitamente anche in altri manoscritti, come la Sonata in stile legato (MS 798), che reca nel frontespizio la dicitura “composta [. . .] per rendere agevole il trasporto a sette toni usuali e cosi disporsi a sonar di capriccio nella casa di Dio”.
D'altro canto, il Ms 824 delinea un linguaggio musicale più 'moderno' e ricercato, il tutto anche prescindendo dalla sua datazione; infatti, risultando mancante dei primi tre brani e del frontespizio, non ci fornisce elementi essenziali alla ricostruzione di un'eventuale evoluzione stilistica dell'autore.
Dai titoli di alcuni brani della silloge, comunque, se ne desume l'evidente destinazione liturgica; a tal proposito è da notare lo spirito del brano N.13 Elevazione, che ci interroga sulla diversa percezione del carattere della musica nel contesto dei vari momenti della celebrazione. Estremamente rilevante, inoltre, è la presenza delle indicazioni dell'autore dei registri da usare, che confermano la prassi interpretativa abituale a livello timbrico di questo specifico repertorio, in particolare riferita agli strumenti presenti un tempo nella basilica francescana.
Appare quasi superfluo sottolineare lo stile operistico che anima queste pagine, tipico della musica organistica dell'epoca, che ben si attaglia alle possibilità timbriche degli organi umbri ottocenteschi, ricchi di colore, di registri ad ancia e di accessori che esprimono un evidente gusto sinfonico/bandistico.

ALESSANDRO BIANCONI