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Il cardinale
GIACOMO ANTONELLI
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Il
cardinale Giacomo Antonelli per circa trent’anni, dal
1848 al 1876, dominò la scena italiana ed europea come
amministratore, finanziere, diplomatico e Segretario di Stato di
papa Pio IX.
Nacque
a Sonnino il 2 aprile 1806 in una casa in Vicolo Re, la cui
“Torretta” è ben visibile dalla Porta Riore (vedi foto).
Il
padre, ricco imprenditore, volle che suo figlio intraprendesse
la carriera ecclesiastica.
Giacomo entrò nel Seminario Romano, poi alla Sapienza, ma non eccelse
mai negli studi e non divenne mai sacerdote. Nonostante questo,
dopo aver svolto diversi incarichi presso la Curia Romana, fu
elevato alla dignità cardinalizia l'11 giugno 1847. Già da
prefetto presso la Curia Romana dimostrò la sua politica
antiliberale: a Roma, scoperta una cellula della “Giovine
Italia” fece imprigionare 17 persone, tra cui tre frati
agostiniani.
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Altre agitazioni furono poi provocate utilizzando
opportunisticamente il colera nel tentativo di promuovere
insurrezioni popolari contro il governo, accusato di incuria o
addirittura di diffusione volontaria del morbo. L’episodio più
grave si verificò a Viterbo, dove Mons. Giacomo Antonelli
istituì una commissione militare e questa nell’ottobre del
1837 condannò quattro giovani alla morte, fra cui Giuseppe
Arcangeli, figlio del gonfaloniere di Viterbo ed il marchese Pio
Muti-Bussi e altri sette a vari anni di galera: Gregorio XVI però
commutò a pene detentive quelle di morte. Gregorio
XVI il 5 gennaio 1845 lo chiamò a succedere al cardinale
Antonio Tosti nella carica di "protesoriere" della
Camera Apostolica; successivamente lo elesse "tesoriere
generale". Nel 1849 divenne Segretario di Stato di Pio IX: ne ispirò la
politica antiliberale e divenne uno strenuo difensore del “potere
temporale” del papato contro la costituzione del Regno
d’Italia. |
 La casa natale del
cardinale |
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Il
14 dicembre 1850, fondò la Guardia Papalina (fondendo
l’allora Guardia Civica Scelta e la Milizia Urbana). Il Corpo
della Guardia Papalina è stato soppresso da Paolo VI nel
settembre 1970.
Si
oppose energicamente ad ogni trattativa con il Governo
Piemontese cercando l’appoggio di Francia e Austria. Si fece
molti nemici nello stesso ambiente vaticano, tra cui Mons.
Francesco Liverani e l’Abate Antonio Rosmini, più vicini alle
idee liberali ed al Piemonte.
Mons.
Liverani nel 1861 lasciò Roma e si portò esule volontario in
Toscana. Da Firenze spediva al giornale piemontese
“L’Opinione” una serie di articoli contro il cardinale
Antonelli, insreriti poi tra i documenti in appendice al volume:
Il Papato, L’Impero e il Regno d’Italia (Firenze, Barbera,
1861).
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Nei capitoli quarto e quinto del libro l’autore attacca
frontalmente il cardinale e i suoi familiari “oriundi della
Ciociaria”, tra i quali il conte Filippo, governatore
della Banca Romana: una vera e propria consorteria accusata di
aver gettato “ la rete su tutta Roma” e di aver trasformato
il principato di Santa Romana Chiesa in una “Società di
traffico e di cambio”, ovvero in una sorta di tangentopoli del
secolo scorso.
L’abate
Antonio Rosmini, che, insieme a Gioberti, fu il più autorevole
filosofo dell’Ottocento, fallì la sua missione diplomatica
anti-austriaca svolta presso Pio IX per conto del governo
piemontese: il Papa, combattuto fra la posizione del Piemonte e
quella dell’Austria, cedette alle pressioni del cardinale
Giacomo Antonelli, favorevole a Vienna. Il cardinale divenne il
suo più invidioso rivale e per Rosmini, e per la sua filosofia,
fu l’inizio di un lungo ostracismo: la sue opere furono messe
all’indice. Il 30 giugno 2001 la Congregazione vaticana per la
dottrina della fede lo ha riabilitato.
Una
cosa è certa, al di là delle supposizioni e delle calunnie,
che gli furono rivolte da più parti, la sua azione reazionaria
e restauratrice influenzò profondamente quegli anni.
Il
paese gli ha dedicato solo una strada ed un busto è situato
presso gli uffici del comune, ma nel tempo la sua figura non è
rimasta viva nel ricordo dei Sonninesi proprio a causa della sua
politica reazionaria e antiliberale.
Morì il 6 novembre 1876 ed fu sepolto a Roma nella tomba di famiglia al
Verano, non molto lontano dalla tomba di Pio IX. |
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Da Latina
Oggi del 26 aprile 2011 |
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