SANT'EUSANIO FORCONESE
(L'Aquila)

Messaggio 11 settembre 2010

 

Carissimi amici di Sonnino,

   Oggi nella nostra comunità di Sant’Eusanio Forconese commemoriamo anche noi il “nostro” 11 settembre, che si unisce alla ormai triste data del 6 aprile.
   In quella tragedia immane delle torri gemelle, anche noi abbiamo perso una parte del nostro cuore…un pezzo della nostra vita che se ne è andato, confondendosi in quella triste realtà che in quel momento vedeva la dipartita di centinaia di persone inermi.
   Una tragedia che si poteva evitare…una tragedia legata esclusivamente all’uomo ed in particolare alla perversione della sua mente. Indubbiamente uno scenario di guerra che continua ad imperversare nel tempo, non trovando quella fine che ognuno di noi si auspica in cuor suo. Le guerre hanno segnato la storia della vita dell’uomo e sono state sempre legate ad ideali.
   Speriamo un giorno possa arrivare quella vera “PACE” che ognuno di noi sogna e che si fondi su uno stato di benessere comune, sia materiale ma soprattutto morale, culturale ed intellettuale.
   Come ogni anno, ormai da nove anni, ricordiamo la nostra cara concittadina Lorena Lisi nel luogo simbolo del suo ricordo, ovvero la piccola piazza che gli abbiamo amorevolmente dedicato e che il giorno del sisma ha rappresentato il primo punto di raccolta della nostra comunità, nella testimonianza che fortunatamente ci eravamo tutti salvati.
   Forse anche questo un segno del destino…nel ricordo di una semplice ragazza di indole buona, che pur stando in un paese così lontano, amava spesso tornare tra la sua gente, a condividere le sue radici… in un borgo tanto piccolo, ma alquanto grande nella sua generosità di intenti e nelle sue tradizioni.
   Eccoci allora ancora oggi a salutare la nostra cara Lorena, sapendo che ci ha lasciato nel cuore quel lume di speranza che Voi, carissimi amici di Sonnino, continuate a tenere sempre vivo con il vostro impegno solidale basato
fondamentalmente sull’amicizia e la reciprocità.

Vi ringrazio ancora, salutandovi cordialmente.


Giuseppe Tronca Antonucci